Chrisoula K.
Sha’ab Abu Nuhas, mar Rosso
La nave, costruita nel 1954 a Lubecca dalla Orenstein Koppel & Luebekker e varata con il nome di Dora Oldendorff, ha cambiato nome diventando Anna B. nel 1970 per poi passare nel 1979 alla Clarion Company Marina diventando Chrisoula K.
La lunghezza era di 98 metri per 15 metri di larghezza, con stazza di 3.720 tonnellate e motorizzata da un diesel MAN a 9 cilindri con 2.700 CV che garantiva una velocità di oltre 13 nodi.
Caratteristiche della nave
Tipo nave: mercantile
Nazionalità: greca
Cantiere: Orenstein Koppel & Luebekker di Lubecca
Data costruzione: 1954
Data affondamento: 31 agosto 1981
Lunghezza: 98 metri
Larghezza: 15 metri
Stazza: 3.720 tonnellate
Propulsione: motore diesel 9 cilindri da 2.700 CV
Elica: quattro pale
Il Chrisoula K. nell’agosto 1981 sotto il comando del capitano Kanellis è in Italia, con il suo carico di piastrelle è diretto a Jeddah. Seguendo il solito copione dopo l’attraversamento del canale di Suez il capitano decide di affidare la nave al suo ufficiale subalterno. Il 31 agosto, come il Kimon pochi anni prima, urta il lato orientale del reef di Sha’ab Abu Nuhas a piena velocità di crociera. Malgrado la violenza dell’impatto ed il veloce affondamento non vi furono vittime e l'equipaggio fu portato a Suez dalla Marina Egiziana. La prua staccata durante l'impatto rimase sul reef per anni primo di cedere alla forza del mare. Il resto della nave scivolava lungo la barriera rimanendo in posizione quasi verticale ed in assetto di navigazione, escluso la parte poppiera distaccata e ruotata sul lato destro.
Il relitto
L’immersione inizia a 26 metri di profondità dalla bella poppa ormai divisa dal corpo principale, con l’elica e l’enorme timone sotto i quali e facilissimo trovare dei pesci coccodrillo. Risalendo lungo il lato destro, il più bello, troviamo il fumaiolo e componenti varie. Raggiungiamo le stive, dove giace il carico di piastrelle “Made in Italy” (vedi video). L’interno delle stive è caratterizzato da banchi di pesci vetro che, in continuo movimento, garantiscono riprese d’effetto. All’esterno un ammasso di lamiere colonizzate dal corallo ricopre il reef, della zona di prua possiamo vedere solo pochi resti. Il momento migliore per l’immersione è nelle ore centrali della giornata o nel pomeriggio.
Con buone condizioni di mare è possibile visitare contemporaneamente questo relitto ed il vicino Kimon. Nel profilo che segue infatti, la prima punta di profondità segnala l’elica di quest’ultimo e la seconda (al minuto 24) l’elica del Chrisoula.